La guerra dei Desktop

La guerra dei Desktop

In questi ultimi anni c’è stata grande attenzione all’interfaccia grafica del computer, effetti grafici trascendenti, trasparenze e chi più ne a più ne metta.

Il primo sistema a rendersi conto di questo è stato il Mac, che con i suoi effetti piacevoli, si è conquistato la nomea di computer moderno sopra tutti gli altri. Windows con vista voleva rincorrere il concorrente, integrando i widget (oggetti come orologi, note, che si comportano come icone sulla scrivania). Ma il sistema operativo che al momento vanta la maggior modernità nel campo desktop è Linux.

Già negli anni scorsi aveva rappresentato con Compiz, un programma che interviene sul comportamento del desktop integrando animazioni per la chiusura o lo spostamento delle finestre, un modello da imitare. L’uscita negli ultimi anni di KDE 4 e GNOME 3 (Le due maggiori interfacce Desktop su Linux) ha sconvolto il concetto di interfaccia utente, apportando innovazioni incredibili ma non sempre apprezzate.

KDE 4.7.3

Kde sfrutta il successo dell’interfaccia Microsoft presentandosi organizzata in maniera simile: una barra di controllo sotto la finestra con il pulsante start con cui navigare tra le applicazioni. L’integrazione perfetta con Compiz, la possibilità di modificare l’interfaccia fino all’osso e la grande varietà di temi con cui si presenta, lo rendono nettamente più piacevole da usare dell’equivalente sotto Windows.

Con i Widget del “plasma desktop” è possibile leggere le notizie di Facebook, Twitter, del nostro quotidiano preferito direttamente dal desktop senza aprire neanche il browser. Possiamo visualizzare in maniera ordinata direttamente dal desktop il contenuto di più cartelle, visualizzare lo spazio sul disco, lo stato della ram e della cpu, il framerate, i dispositivi connessi.

Amarok, il gestore musicale, non fa sentire l’assenza di iTunes. Si integra perfettamente gestendo in maniera corretta i supporti multimediali tra cui lettori mp3, iPod, e smartphone.

Passiamo ora agli svantaggi: Rispetto alla serie 3.* è diventato molto pesante, difficile da far girare velocemente sui computer più vecchiotti. Per funzionare al meglio richiede che l’utente ci dedichi del tempo sulla configurazione, permettendo però al sistema di “plasmarsi” alle esigenze del singolo utente.

GNOME 3.2.1

Gnome 3 è uscito da poco, è ha già suscitato le critiche di molti utenti. In realtà questo sistema si presenta con il più innovativo modo di pensare il Desktop. Tutto è nel menù Attività. Passandoci sopra il mouse, le finestre che abbiamo aperto si raccolgono vicine permettendoci di scegliere quella da visualizzare in promo piano, sul lato sinistro dello schermo appare la dock bar, su quello sinistro i desktop multipli, con i quali accedere a nuove aree di lavoro pulite. Inoltre in alto a destra è presente una casella di ricerca per trovare con rapidità le applicazioni non presenti nella dock bar (che, al contrario del Mac, è formata solo dallo stretto necessario, per consentire all’utente di raggiungere l’obbiettivo con la maggior velocità e eleganza possibile).

Inoltre sono disponibili attraverso i siti Gnome Art e altri numerosissimi temi per icone, finestre, bordi, pulsanti che lo rendono configurabile quasi quanto il rivale KDE.

Svantaggi: I grandi cambiamenti e l’innovazione di Gnome 3 rispetto al predecessore Gnome 2.* hanno portato molti utenti a preferire il vecchio sistema, dall’uso più tradizionale.

Istallando gnome da zero occorre passare un po di tempo per uniformare la grafica e piegare il sistema alle proprie esigenze.

LXDE e XFCE

Ecco gli altri Titani che, pur non godendo della fame di GNOME e KDE, offrono valide soluzioni alternative.

Entrambi hanno il punto di forza nel tallone di Achille di GNOME e KDE, la leggerezza. I due sistemi possono essere eseguiti senza problemi sui computer più vecchiotti. In questa caratteristica il giovane LXDE non ha rivali. È il Destkop manager più leggero in assoluto, grafica semplice, senza fronzoli, imita quella di KDE 3 (pannello in basso con pulsante start). È ottimo se tutto quello che l’utente chiede dal computer sia di lavorare velocemente senza essere distratto da orpelli grafici. Il consumo di CPU di base di LXDE è minimo. Se dovete lavorare con programmi di grafica o multimediali, o emulatori, che consumano molta CPU, LXDE è la soluzione perfetta. XFCE è leggermente più pesante del rivale, ma sfodera a suo vantaggio una maggiore maturità. La stabilità è la parola chiave. Se poi proprio non potete fare a meno degli effetti grafici, con Compiz, Xfce non ha da nulla invidiare ne a KDE ne a GNOME, rimanendo più snello e funzionale.

ENLIGHTENMENT

Enlightenment, o e17, è un desktop manager in via di sviluppo (ormai da 10 anni) che vuole essere una valida alternativa a Compiz. Lo scopo primario è quello di portare i più moderni effetti grafici anche su macchine più vecchiotte. Infatti e17, pur mancando di stabilità e offrendo un supporto minore degli altri desktop, vanta effetti grafici meravigliosi.

È stato il primo a introdurre i desktop animati, che rimangono ancora oggi una sua esclusiva. La dock bar Engage, fatta su stretta somiglianza di quella del mac, è stata perfezionata e migliorata a tal punto da essere persino più bella della rivale, offrendo effetti aggiuntivi durante l’apertura delle applicazioni. Enlightenment è facilmente estensibile grazie alla presenza di moduli aggiuntivi che integrano nuove funzionalità, anche se il suo sviluppo sembra avere fasi di inattività. La scelta migliore per chi ha un computer vecchio e vuole dei begli effetti grafici, o per che vuole un desktop estensibile e riprogrammabile.

ROX, SUGAR e altri

Gli altri due, molto meno diffusi Desktop manager che vediamo in circolazione sono Rox e Sugar. Il primo nasce per garantire all’utente il contatto diretto con i filesistem, cosa che viene sempre più negata dai moderni DE (Desktop manager). L’interfaccia grafica è scarna, può apparire un po’ datato ad un occhiata superficiale, ma la sua leggerezza è un arma potente. Se la batte alla pari con LXDE, tanto che i creatori di Puppy Linux (una versione di Linux fatta per girare su computer con appena 32 Mb di ram) hanno optato per questo desktop.

SUGAR è un DE pensato essenzialmente per l’educazione.

In alternativa esistono i Window Manager, che possono da soli o combinati con parti di altri DE, costituire la vostra interfaccia grafica. Questa soluzione è la migliore in fatto di qualità e configurabilità, ma estremamente difficile da attuare per gli utenti meno familiari con queste cose.

EXPLORER

L’interfaccia grafica di Windows era innovativa forse quindici anni fa, poiché da Windows 95 ad oggi le rivoluzioni sono state ben poche. Tuttavia, essendo Windows il più diffuso sistema operativo nel Desktop, costituisce uno standard de facto che è stato ripreso da molte soluzioni Open source, come KDE, LXDE e ROX. L’ultimo livello evolutivo di Explorer è stato raggiunto con Windows 7, dove sono entrate in gioco l’anteprima delle finestre, le trasparenze e la comoda suddivisione dell’area di lavoro. Ma sono moltissime le cose che mancano a questo sistema: in primis la scarsa configurabilità. L’assenza dei desktop multipli, presente ormai da anni in tutte le soluzioni analizzate fino ad ora, pesa nella sua usabilità, e la sua pesantezza (richiede sistemi hardware molto recenti per essere utilizzato) non dipende da particolari effetti grafici, che si limitano a qualche trasparenza.

AQUA (Mac Os X)

L’interfaccia del Mac è quasi leggendaria. La Apple è stata la prima a integrare un interfaccia grafica utente all’interno dei propri terminali. Lo sviluppo ha seguito azzeccate line di design che integrano bene i componenti hardware (dal quale mac non può separarsi) al software. Sebbene qualche anno fa il Mac, con la sua leggendaria dock bar rimaneva l’interfaccia grafica più accattivante, le ultime evoluzioni nel mondo Open source non hanno avuto paura a lasciarla alle spalle. Gli spettacolari effetti che una volta erano sua esclusiva adesso risultano addirittura pallidi se paragonati a quelli di KDE o GNOME.

Anche la fantastica Dock bar è rimasta indietro rispetto a Engage e l’interfaccia soffre la mancanza di desktop multipli (attivabili comunque con software di terze parti).

Detto questo ha l’incredibile merito di restare molto leggera, senza pesare sulle performance del computer quanto KDE o EXPLORER e vantando maggiore usabilità di ENLIGHTENMENT.

Il mondo dei Desktop sta vivendo una crisi profonda. La produzione di computer sempre più potenti stimola le menti creative a pensare a mezzi sempre più efficaci per sfruttare queste prestazioni rimanendo leggeri su computer più vecchi. In questo periodo di crisi spiccano con sempre più insistenza le soluzioni Open source, che vantano maggior configurabilità e flessibilità, adattandosi più rapidamente al nuovo hardware disponibile e offrendo soluzioni sempre migliori e nuove agli utenti. Inoltre queste soluzioni non sono mai imposte, ma consentono anche al più conservatori di ripiegare su sistemi più standard e classici come XFCE e LXDE. È la libertà di scelta che rende Linux vincente: ogni Desktop è il migliore in qualcosa, poiché su Linux puoi scegliere, avrai sempre la migliore scelta per le tue esigenze.

P.S.

L’autore dell’articolo possiede due computer, un Mac, e un portatile in dual boot Windows 7 e Arch Linux.

All’avvio di Arch linux non c’è nessun Desktop Environment, solo il terminale. L’autore ha comunque istallato e può avviare manualmente Gnome 3.2.1, Kde 4.7.3, Xfce 4.8, Lxde 0.5.5, e-17-svn. Si scusa per come ha liquidato velocemente alcuni Desktop Manager, come Sugar, e gli altri, i quali meriterebbero un articolo a parte.

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