Il gioco del raddoppio

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Chi non ha mai pensato di usare il “trucco” del raddoppio per guadagnare soldi giocando d’azzardo?
Un metodo apparentemente infallibile per avere la certezza di vincere soldi scommettendo sulla roulette, o sul lancio di una monetina.

La tecnica è molto semplice. Si parte scommettendo una cifra bassa, e se perdiamo raddoppiamo la scommessa, ripendendo la procedura fin quando non vinciamo. Vediamo un esempio pratico:

  • Scommettiamo 1 €, se perdiamo
  • Scommettiamo altri 2 €: Se vinciamo abbiamo guadagnato in tutto 1 € (2 € della scommessa meno 1 € che abbiamo perso alla mano precedente). Se perdiamo
  • Scommettiamo altri 4 €: Se vinciamo abbiamo vinto in tutto sempre 1 € (4 della scommessa, 2 persi alla scorsa mano e 1 perso nella prima mano). Se perdiamo si continua in questo modo (scommettendo 8 €).
  • Si continua a scommettere fin quando non si vince.

 

Siccome la probabilità di perdere più di 4 o 5 volte di fila diventa esponenzialmente piccola, con un budget non eccessivamente grande abbiamo pressoché la certezza di vincere la scommessa finale;

Armati di questa tecnica siete pronti a partire per Las Vegas a sbancare i più famosi casinò del mondo?

100 dollar bills growing in grass
Be calma… andiamoci piano, è vero che il gioco sembra funzionare, ma oggi vi dimostrerò che, in realtà, si tratta di una vera e propria fregatura.

La magagna si nasconde quando vogliamo provare a mettere in gioco cifre un po’ più grandi di un euro. Immaginiamo per esempio di avere 1024 € e volerli raddoppiare sfruttando questo giochino, scommettendo sul lancio di una monetina.

Se giocassimo tutti i mille euro in un unico colpo avremo una probabilità del 50 % di vincere. Cosa succede se mettiamo in pratica la strategia del raddoppio?
Possiamo pensare di suddividere i nostri 1024 \euro in tante piccole scommesse da 1 \euro.
Ciascuna scommessa ha una probabilità bassissima di essere persa, infatti prima di raggiungere il nostro budget dobbiamo raddoppiare ben 10 volte (2^{10} = 1024), e ciascun lancio ha probabilità \frac 1 2 di perdere, la probabilità di perdere la scommessa è quella di perdere 10 volte consecutive:

\displaystyle  p_{lose} = \left(\frac 1 2\right)^{10} = 9.765 \cdot 10^{-3}

Meno dello 0.2 %, decisamente piccola. Tuttavia se vogliamo vincere 1024 € dobbiamo ripetere la scommessa per 1024 volte. Il numero di volte medio in cui perderemo la scommessa è dato dal numero di volte che scommettiamo per la probabilità di perdere la singola scommessa:

\displaystyle  p_{lose}\cdot 1024 = 1
Guardate un po’, in media si perde 1 volta… ma perdere una volta basta per perdere tutti i nostri soldi!
Quante sono le probabilità che questo avvenga? Be è la certezza, meno la probabilità di vincere 1024 volte di fila!


\displaystyle  P_{lose} = 1 - (1 - p_{lose})^{1024} = 63.2 \%

Addirittura maggiore del 50%, insomma un disastro.

Messa così sembrerebbe che non solo il raddoppio non è vantaggioso, ma che è addirittura sconveniente in termini probabilistici. C’è però un rovescio della medaglia. Delle 1024 scommesse da fare, è improbabile che la sconfitta arrivi alla prima. Così, prima di perdere i 1024 €, risulta che ne abbiamo guadagnati alcuni dalle scommesse precedenti. Riassumendo: se scommettiamo direttamente i 1024 €, perdiamo col 50 % delle probabilità, e non rimaniamo con nulla in mano, se scommettiamo con il raddoppio, perdiamo col 63 % di probabilità, ma ci rimangono un po’ di soldi delle vincite precedenti.

Per calcolare con quanti soldi rimaniamo in mano mediamente basta trovare dopo quante scommesse si perde mediamente.

\displaystyle  p_{lose}\sum_{n=1}^{1024}n = p_{lose} \frac{1024\cdot 1025}{2} = 512.5
Quindi ci troviamo mediamente con 512 € in tasca.

Insomma stiamo gicando ad un gioco in cui se vinciamo raddoppiamo, se perdiamo dimezziamo i nostri soldi. Qual è la probabilità di sconfitta onesta per un gioco di questo tipo? Be in una vittoria vinciamo tanto quanto perdiamo in due sconfitte, quindi le probabilità devono rispecchiare questa situazione:
\displaystyle  p_{lose} = 2 p_{win} \qquad p_{lose} + p_{win} = 1
\displaystyle  p_{lose} = \frac 2 3 = 66.7 \%

Molto simile a quella ottenuta (non sono identiche perché il conto non è stato fatto rigorosamente, per avere due giochi equivalenti bisognerebbe calcolare questa p_{lose} per tutti i possibili valori del budget residuo, e poi mediarla pesandola sulle probabilità di ottenere quel determinato budget residuo, in questo caso abbiamo approssimato il valore medio come quello certo).

Per evitare il problema del budget residuo potremmo ridefinire il gioco in questo modo: ogni volta scommettiamo il budget totale per 2^{-10}, e il budget aumenta ogni volta che vinciamo una scommessa: così la prima volta scommettiamo 1 €, la seconda di (1 + 9.8\cdot 10^{-4}) €, la terza di (1 + 1.9\cdot 10^{-3}) €, e così via in modo da non avere un budget residuo quando perdiamo la scommessa (si lo so che non esistono i millessimi di euro in monete).

La probabilità di vittoria rimane esattamente quella precedente, ossia un misero 36.8 %, ma ora se perdiamo non abbiamo più nessun budget residuo.

Sembrerebbe una fregatura peggiore di prima, tuttavia in questo caso cambia l’ammontare della nostra vittoria totale, perché le nostre scommesse aumentano di valore ogni giocata.
Il nuovo budget totale, a fronte di una vincità si può calcolare essere di:

\displaystyle  B = 2782
Se vinciamo per 1024 volte di fila guadagnamo 1755 €, mentre se perdiamo la scommessa una sola volta abbiamo perso 1024 €(con un budget residuo di poco più di un euro).
Se andiamo a calcolare il guadagno stimato dal giocare a questo gioco otteniamo:
\displaystyle  B_{mean} = 1755 \cdot 0.368 - 1024\cdot 0.632 = -1.16
Che corrisponde proprio al contributo residuo medio che rimane dal gico.

Morale della favola, il raddoppio è una buona tecnica se vogliamo guadagnare pochi spicci, a fronte di budget disponibili molto elevati, ma perde completamente la sua efficacia quando proviamo a cumulare i guadagni di tante piccole vincite.
Può essere usato, ma con estrema moderazione, perché basta che la fortuna ci dice male una sola volta per perdere tutti i nostri risparmi.

La democrazia? Questione di matematica

Democrazia: La miglore forma di governo? Per rispondere a questa domanda non useremo la filosofia, la politica o la giurisprudenza, useremo l’unica disciplina che è “senza macula d’errore e certissima per se” (cit. Dante Alighieri): la matematica.

Supponiamo che l’elettorato sia composto da N individui che ragionano in modo del tutto indipendente. Devono scegliere un leader tra due possibilità.

Ciascuno di loro ha una probabilità di fare la scelta migliore (ammesso che esista) poco maggiore del 50 % (ad esempio il 50 + \varepsilon %). Qual è la probabilità che la maggioranza della popolazione scelga il miglior leader?

Se la vostra risposta intuitiva è stata 50 + \varepsilon % avete sbagliato di grosso. Infatti si può dimostrare con un facile calcolo combinatorio che la probabilità di avere esito positivo alle elezioni cresce vertiginosamente all’aumentare degli elettori.
Anche se la probabilità \varepsilon di riconoscere la scelta migliore da quella sbagliata per ciascun elettore fosse bassissima, ad esempio dello 0.05 %, il numero di elettori necessari ad avere più del 99.9 % di probabilità che l’esisto della votazione vada a buon fine è di 25 milioni.

  \displaystyle  2\varepsilon \sqrt N > 5\qquad \Longrightarrow \qquad N > \frac{6.25}{\varepsilon^2}

In Italia siamo circa 60 milioni, se tutti ragionassimo con la propria testa, avremmo la certezza assoluta di eleggere sempre il miglior leader possibile.

Se ammettiamo tuttavia che la classe dirigente italiana non è poi la migliore possibile ci deve essere un problema da qualche parte. Nel conto precedente abbiamo supposto che i voti degli elettori siano tutti indipendenti tra loro.
Nella realtà questo non è vero, il voto di ciascun individuo è fortemente influenzato dall’ambiente che lo circonda.

Un elettore circondato da persone della stessa idea politica è più probabile che l’abbracci dando il proprio voto dello stesso colore politico dei suoi amici o familiari, piuttosto che compiere la scelta in maniera indipendente.

Costruiamo una simulazione in cui ciascun individuo è connesso all’interno di una rete di comunicazione con gli altri. La rete usata si chiama scale-free, ed è una buona schematizzazione delle relazioni umane, dove un limitato numero di persone ha molte connessioni con altri individui (vip, personaggi noti, politici, …) mentre la maggioranza possiede un numero ristretto di legami.

Ridefiniamo la probabilità che un individuo faccia la scelta corretta in questo modo:

  \displaystyle  p = \frac{1}{2} + \varepsilon + \left(\frac{1}{2} - \varepsilon\right)\frac{n^+ - n^-}{N_{joints}}

Dove n^+ e n^- rappresentano rispettivamente il numero di connessioni di quell’individuo con persone che hanno già scelto chi votare, N_{joint} il numero totale di connessioni di quell’individuo.

Lo straordinario risultato che avevamo ottenuto nel caso di elettori indipendenti è dovuto principalmente al fatto che mediare la votazione su un numero molto alto di elettori abbatte le fluttuazioni statistiche, permettendo a quel \varepsilon sopra al 50 % di essere determinante sull’esito della votazione (anche quando questo è solo dello 0.05 %).

Se confrontiamo le fluttuazioni statistiche nel caso di elettori indipendenti a quello di elettori dipendenti otteniamo una brutta sorpresa.

Nel grafico seguente è riportata la fluttuazione statistica (deviazione standard) del voto in funzione del numero di elettori in entrambi i casi:

Deviazione standard

Dalla figura si evince bene come nel caso di elettori indipendenti la deviazione standard decresce (come 1 / \sqrt{N}) all’aumentare del numero di elettori, migliorando l’esito della votazione.

Il caso di elettori reali  il risultato è disastroso, la deviazione standard non mostra alcuna diminuzione all’aumentare di N. Questo vuol dire chè le fluttuazioni statistiche sono molto più importanti in questo caso, rendendo molto più probabile, anche per alti valori di N, che la maggioranza degli elettori faccia la scelta sbagliata.

A questo fatto matematico può essere data una spiegazione qualitativa semplice: il primo  che compie la scelta influenzerà di conseguenza tutti gli elettori a cui e connesso, una scelta sbagliata all’inizio si ripercuote molto facilmente su tutti gli elettori che lo circondano, rendendo il risultato finale delle elezioni molto più incerto.

Tuttavia, poiché si ha quell’ \varepsilon di probabilità in più che gli elettori all’inizio riconoscano correttamente il migliore candidato, la decisione positiva si propaga con maggior facilità rispetto a quella negativa. Possiamo aspettarci che la percentuale di elettori media che compie la scelta giusta sia maggiore rispetto al caso di elettori indipendenti, come è mostrato nella seguente figura dove sono stati graficati i risultati della simulazione:

media2

Le grandi oscillazioni che mostra la linea blu sono dovute dalle grandi fluttuazioni statistiche che la simulazione con elettori reali mostra rispetto alla riga verde (meno frastagliata).

Si nota chiaramente che la linea blu (elettori connessi) ha un valore medio ben sopra il 55 % (valore usato nella simulazione) che è invece il valore attorno a cui oscilla il campione indipendente.

Come si compensano questi due effetti?
Il grafico seguente mostra la probabilità che la maggioranza degli elettori scelga bene.

ProbabilitaFinale

L’esito della votazione è quasi indipendente dal numero di elettori nella simulazione che tiene conto delle interazioni, mentre cresce vertiginosamente nel caso di elettori indipendenti.

Come si vede tra i 10 e i 20 elettori vi è la transizione di quale metodo è il migliore.

Questi modelli possono essere applicati anche alla formazione di collegi giudicanti quali giurie, commissioni d’esame o gruppi di lavoro.

In altri termini se abbiamo una piccola commissione (composta da meno di 10 elementi) il fatto che possano confrontarsi favorisce l’esito della scelta migliore. Viceversa se la commissione è grande (circa 20 persone) è molto più conveniente far emettere a ciascuna persona un giudizio singolo, senza dare possibilità di confronto, ed infine unire tutti i risultati.

Tutta questa analisi è stata condotta con un valore di \varepsilon del 5 %. Se questo valore aumenta il numero N di persone a cui avviene il sorpasso del metodo indipendente è ancora più basso, come dimostra il grafico seguente, simulato con \varepsilon del 15 % (La probabilità che ciascun elettore facesse la migliore scelta è del 50 + 15 = 65 %)

ProbabilitaFinale2

Per gruppi piccoli, 3 o 4 persone, la collaborazione è costruttiva, ma appena il numero dei componenti aumenta la collaborazione diventa infruttuosa.

È matematicamente vero che “chi fa da se, fa per tre”.

(Per chi volesse approfondire i conti matematici una versione più dettagliata può essere scaricata da questo link: Versione Completa )

Lotta per la sopravvivenza

Il ciclo della vita.

La dinamica degli ecosistemi è uno degli argomenti più interessanti, in cui la fisica può essere applicata con successo per studiare l’evoluzione delle popolazioni di prede e predatori.

 

Supponiamo che nel nostro ecosistema ci siano solo due specie in lotta per la sopravvivenza: i pesci (le prede) e gli squali (i predatori).

I pesci hanno a disposizione risorse di cibo praticamente illimitate, se lasciate proliferare si moltiplicano molto rapidamente.

Viceversa gli scquali si cibano solo di pesci, la loro fonte di cibo è quindi molto più scarseggiante, e una sovrappopolazione di predatori causera la loro estinzione per mancanza di cibo. Con una simpatica simulazione è possibile visualizzare la dinamica.

In questa simulazione i quadratini verdi rappresentano i pesci, che si moltiplicano rapidamente, in rosso gli squali, se mangiano pesci si riproducono, altrimenti muoino. Ecco qui un video simpatico che mostra questo ecosistema in azione:

Come si può osservare in numero di pesci e squali aumenta e dinimuisce periodicamente. Se riportiamo su un grafico il numero di prede e quello di predatori notiamo molto bene questo comportamento:

 

Prede e predatori

Prede e predatori

La fisica può descrivere questo tipo di ecosistemi? Si!
Il numero di pesci all’interno del reticolo lo indichiamo con n, il numero di scquali con u.

Scriviamo un’equazione che descriva il comportamento medio di squali e pesci: la probabilità di un pesce di generare un figlio è costante (\alpha), mentre la probabilità che venga mangiata è proporzionale alla probabilità che nei paraggi ci sia uno squalo (\beta).

 
  \displaystyle  \dot n = n\left(\alpha - \beta u\right)
 
Allo stesso modo la probabilità di uno squalo di generare un figlio è tanto maggiore quanto più alta è la probabilità di incrociare un pesce (\gamma), ma hanno una probabilità costante di morire (\delta):

  \displaystyle  \dot u = u\left(\gamma n - \delta\right)
 
Queste equazioni (dette di Lotka-Volterra in onore dei due matematici che le formularono per primi) non hanno soluzione analitica, tuttavia con un cambio di variabili possiamo riscriverle in modo da poterne dare un’interpretazione fisica:
 
  \displaystyle p = \ln n \qquad q = \ln u

  \displaystyle \dot p = \frac{\dot n}{n} \qquad \dot q = \frac{\dot u}{u}
 

Con questa sostituzione il sistema di equazioni che descrive il comportamento medio dei nostri “pesciolini” è:
 
  \displaystyle \left\{\begin{array}{l}  \dot p = \alpha - \beta e^q \\  \dot q = \gamma e^p - \delta  \end{array}\right.
 

Queste due equazioni differenziali adesso descrivono un sistema hamiltoniano canonico:
 
  \displaystyle \left\{\begin{array}{l}  \displaystyle  \dot p = -\frac{\partial H}{\partial q}\\  \\  \displaystyle  \dot q = \frac{\partial H}{\partial p}  \end{array}\right.
 

Si può facilmente ricavare l’hamiltoniana di questo sistema:
 
  \displaystyle  H = -\alpha q -\delta p + \beta e^q + \gamma e^p
 

Quindi è possibile definire un “energia” dell’ecosistema, che è in media conservata (ricordiamoci che le equazioni che abbiamo scritto valgono in media, non tengono conto di piccole fluttuazioni locali della popolazione).
Risostituendo le variabili originali otteniamo che l’energia del sistema é:
 
  \displaystyle  H = \beta u + \gamma n - \alpha \ln u - \delta \ln n
 
Se il numero di pesci e squali è molto alto questo implica che la loro somma, pesata sui coefficienti \beta e \gamma si conserva.

\beta era la probabilità che, data un interazione tra preda e predatore, la preda muoia, mentre \gamma è la probabilità che, data un’interazione tra predatore abbia il sopravvento e quanto questa interazione sia favorevole alla sua procreazione.

Se dividiamo tutto per \beta otteniamo:
  \displaystyle  H' \approx u + \frac{\gamma}{\beta} n

Dove adesso \frac{\gamma}{\beta} è un coefficiente che tiene conto di quanto influenza il cibarsi dei predatori sulla loro crescita. La condizione \gamma = \beta vuol dire che ogni volta che un predatore acchiappa la preda, fa anche un figlio.

Questa condizione tuttavia è molto difficile da raggiungere in pratica, ecco la stima dei parametri per
una delle simulazioni effettuate:
 

  \displaystyle  \omega = \frac{\gamma}{\beta} \qquad \xi =  \frac{\alpha}{\beta} \qquad \zeta = \frac{\delta}{\beta}
 

I valori ottenuti numericamente dalla simulazione sono:
  \displaystyle  \omega \approx 0.29 \qquad \xi \approx 0.36 \qquad \zeta \approx 0.069

Come si può vedere il modello di Lotka-Volterra descrive molto bene l’andamento che è stato misurato.
Conservazione

La guerra dei Desktop

La guerra dei Desktop

In questi ultimi anni c’è stata grande attenzione all’interfaccia grafica del computer, effetti grafici trascendenti, trasparenze e chi più ne a più ne metta.

Il primo sistema a rendersi conto di questo è stato il Mac, che con i suoi effetti piacevoli, si è conquistato la nomea di computer moderno sopra tutti gli altri. Windows con vista voleva rincorrere il concorrente, integrando i widget (oggetti come orologi, note, che si comportano come icone sulla scrivania). Ma il sistema operativo che al momento vanta la maggior modernità nel campo desktop è Linux.

Già negli anni scorsi aveva rappresentato con Compiz, un programma che interviene sul comportamento del desktop integrando animazioni per la chiusura o lo spostamento delle finestre, un modello da imitare. L’uscita negli ultimi anni di KDE 4 e GNOME 3 (Le due maggiori interfacce Desktop su Linux) ha sconvolto il concetto di interfaccia utente, apportando innovazioni incredibili ma non sempre apprezzate.

KDE 4.7.3

Kde sfrutta il successo dell’interfaccia Microsoft presentandosi organizzata in maniera simile: una barra di controllo sotto la finestra con il pulsante start con cui navigare tra le applicazioni. L’integrazione perfetta con Compiz, la possibilità di modificare l’interfaccia fino all’osso e la grande varietà di temi con cui si presenta, lo rendono nettamente più piacevole da usare dell’equivalente sotto Windows.

Con i Widget del “plasma desktop” è possibile leggere le notizie di Facebook, Twitter, del nostro quotidiano preferito direttamente dal desktop senza aprire neanche il browser. Possiamo visualizzare in maniera ordinata direttamente dal desktop il contenuto di più cartelle, visualizzare lo spazio sul disco, lo stato della ram e della cpu, il framerate, i dispositivi connessi.

Amarok, il gestore musicale, non fa sentire l’assenza di iTunes. Si integra perfettamente gestendo in maniera corretta i supporti multimediali tra cui lettori mp3, iPod, e smartphone.

Passiamo ora agli svantaggi: Rispetto alla serie 3.* è diventato molto pesante, difficile da far girare velocemente sui computer più vecchiotti. Per funzionare al meglio richiede che l’utente ci dedichi del tempo sulla configurazione, permettendo però al sistema di “plasmarsi” alle esigenze del singolo utente.

GNOME 3.2.1

Gnome 3 è uscito da poco, è ha già suscitato le critiche di molti utenti. In realtà questo sistema si presenta con il più innovativo modo di pensare il Desktop. Tutto è nel menù Attività. Passandoci sopra il mouse, le finestre che abbiamo aperto si raccolgono vicine permettendoci di scegliere quella da visualizzare in promo piano, sul lato sinistro dello schermo appare la dock bar, su quello sinistro i desktop multipli, con i quali accedere a nuove aree di lavoro pulite. Inoltre in alto a destra è presente una casella di ricerca per trovare con rapidità le applicazioni non presenti nella dock bar (che, al contrario del Mac, è formata solo dallo stretto necessario, per consentire all’utente di raggiungere l’obbiettivo con la maggior velocità e eleganza possibile).

Inoltre sono disponibili attraverso i siti Gnome Art e altri numerosissimi temi per icone, finestre, bordi, pulsanti che lo rendono configurabile quasi quanto il rivale KDE.

Svantaggi: I grandi cambiamenti e l’innovazione di Gnome 3 rispetto al predecessore Gnome 2.* hanno portato molti utenti a preferire il vecchio sistema, dall’uso più tradizionale.

Istallando gnome da zero occorre passare un po di tempo per uniformare la grafica e piegare il sistema alle proprie esigenze.

LXDE e XFCE

Ecco gli altri Titani che, pur non godendo della fame di GNOME e KDE, offrono valide soluzioni alternative.

Entrambi hanno il punto di forza nel tallone di Achille di GNOME e KDE, la leggerezza. I due sistemi possono essere eseguiti senza problemi sui computer più vecchiotti. In questa caratteristica il giovane LXDE non ha rivali. È il Destkop manager più leggero in assoluto, grafica semplice, senza fronzoli, imita quella di KDE 3 (pannello in basso con pulsante start). È ottimo se tutto quello che l’utente chiede dal computer sia di lavorare velocemente senza essere distratto da orpelli grafici. Il consumo di CPU di base di LXDE è minimo. Se dovete lavorare con programmi di grafica o multimediali, o emulatori, che consumano molta CPU, LXDE è la soluzione perfetta. XFCE è leggermente più pesante del rivale, ma sfodera a suo vantaggio una maggiore maturità. La stabilità è la parola chiave. Se poi proprio non potete fare a meno degli effetti grafici, con Compiz, Xfce non ha da nulla invidiare ne a KDE ne a GNOME, rimanendo più snello e funzionale.

ENLIGHTENMENT

Enlightenment, o e17, è un desktop manager in via di sviluppo (ormai da 10 anni) che vuole essere una valida alternativa a Compiz. Lo scopo primario è quello di portare i più moderni effetti grafici anche su macchine più vecchiotte. Infatti e17, pur mancando di stabilità e offrendo un supporto minore degli altri desktop, vanta effetti grafici meravigliosi.

È stato il primo a introdurre i desktop animati, che rimangono ancora oggi una sua esclusiva. La dock bar Engage, fatta su stretta somiglianza di quella del mac, è stata perfezionata e migliorata a tal punto da essere persino più bella della rivale, offrendo effetti aggiuntivi durante l’apertura delle applicazioni. Enlightenment è facilmente estensibile grazie alla presenza di moduli aggiuntivi che integrano nuove funzionalità, anche se il suo sviluppo sembra avere fasi di inattività. La scelta migliore per chi ha un computer vecchio e vuole dei begli effetti grafici, o per che vuole un desktop estensibile e riprogrammabile.

ROX, SUGAR e altri

Gli altri due, molto meno diffusi Desktop manager che vediamo in circolazione sono Rox e Sugar. Il primo nasce per garantire all’utente il contatto diretto con i filesistem, cosa che viene sempre più negata dai moderni DE (Desktop manager). L’interfaccia grafica è scarna, può apparire un po’ datato ad un occhiata superficiale, ma la sua leggerezza è un arma potente. Se la batte alla pari con LXDE, tanto che i creatori di Puppy Linux (una versione di Linux fatta per girare su computer con appena 32 Mb di ram) hanno optato per questo desktop.

SUGAR è un DE pensato essenzialmente per l’educazione.

In alternativa esistono i Window Manager, che possono da soli o combinati con parti di altri DE, costituire la vostra interfaccia grafica. Questa soluzione è la migliore in fatto di qualità e configurabilità, ma estremamente difficile da attuare per gli utenti meno familiari con queste cose.

EXPLORER

L’interfaccia grafica di Windows era innovativa forse quindici anni fa, poiché da Windows 95 ad oggi le rivoluzioni sono state ben poche. Tuttavia, essendo Windows il più diffuso sistema operativo nel Desktop, costituisce uno standard de facto che è stato ripreso da molte soluzioni Open source, come KDE, LXDE e ROX. L’ultimo livello evolutivo di Explorer è stato raggiunto con Windows 7, dove sono entrate in gioco l’anteprima delle finestre, le trasparenze e la comoda suddivisione dell’area di lavoro. Ma sono moltissime le cose che mancano a questo sistema: in primis la scarsa configurabilità. L’assenza dei desktop multipli, presente ormai da anni in tutte le soluzioni analizzate fino ad ora, pesa nella sua usabilità, e la sua pesantezza (richiede sistemi hardware molto recenti per essere utilizzato) non dipende da particolari effetti grafici, che si limitano a qualche trasparenza.

AQUA (Mac Os X)

L’interfaccia del Mac è quasi leggendaria. La Apple è stata la prima a integrare un interfaccia grafica utente all’interno dei propri terminali. Lo sviluppo ha seguito azzeccate line di design che integrano bene i componenti hardware (dal quale mac non può separarsi) al software. Sebbene qualche anno fa il Mac, con la sua leggendaria dock bar rimaneva l’interfaccia grafica più accattivante, le ultime evoluzioni nel mondo Open source non hanno avuto paura a lasciarla alle spalle. Gli spettacolari effetti che una volta erano sua esclusiva adesso risultano addirittura pallidi se paragonati a quelli di KDE o GNOME.

Anche la fantastica Dock bar è rimasta indietro rispetto a Engage e l’interfaccia soffre la mancanza di desktop multipli (attivabili comunque con software di terze parti).

Detto questo ha l’incredibile merito di restare molto leggera, senza pesare sulle performance del computer quanto KDE o EXPLORER e vantando maggiore usabilità di ENLIGHTENMENT.

Il mondo dei Desktop sta vivendo una crisi profonda. La produzione di computer sempre più potenti stimola le menti creative a pensare a mezzi sempre più efficaci per sfruttare queste prestazioni rimanendo leggeri su computer più vecchi. In questo periodo di crisi spiccano con sempre più insistenza le soluzioni Open source, che vantano maggior configurabilità e flessibilità, adattandosi più rapidamente al nuovo hardware disponibile e offrendo soluzioni sempre migliori e nuove agli utenti. Inoltre queste soluzioni non sono mai imposte, ma consentono anche al più conservatori di ripiegare su sistemi più standard e classici come XFCE e LXDE. È la libertà di scelta che rende Linux vincente: ogni Desktop è il migliore in qualcosa, poiché su Linux puoi scegliere, avrai sempre la migliore scelta per le tue esigenze.

P.S.

L’autore dell’articolo possiede due computer, un Mac, e un portatile in dual boot Windows 7 e Arch Linux.

All’avvio di Arch linux non c’è nessun Desktop Environment, solo il terminale. L’autore ha comunque istallato e può avviare manualmente Gnome 3.2.1, Kde 4.7.3, Xfce 4.8, Lxde 0.5.5, e-17-svn. Si scusa per come ha liquidato velocemente alcuni Desktop Manager, come Sugar, e gli altri, i quali meriterebbero un articolo a parte.

Opok 0.4

È arrivata finalmente, dopo un anno di attese, la nuova versione di opok, la 0.4.
Opok è un ambizioso progetto sviluppato interamente da Lorenzo Monacelli di portare su computer un tipo di videogame che fatica ancora a sbarcare. I giochi dei pokemon della nintendo hanno scritto la storia del gaming, e ancora nessuna ditta ha pubblicato un gioco che assomigli in quanto a stile e a gameplay. L’intento e’ quello di creare un clone del gioco pokemon svincolato, sulla falsa riga di Super Tux, Super Tux Kart, Open Arena…
E così, da diversi anni, è iniziato il progetto. Lungi da essere completo, questa nuova versione introduce nuovi elementi importanti che rendono l’esperienza di gioco più interessante, ecco un elenco di alcune modifiche:

1) Aggiunta di una storia breve, Un rivale, una palestra da sfidare, due città e due percorsi in mezzo.
2) I pokemon possono imparare nuove mosse ed evolversi
3) È possibile catturare i pokemon
4) È possibile usare i box
5) Aggiunta degli strumenti (Pozioni e Pokeball)
6) Inserite Animazioni del personaggio, allenatori, erba alta e case
7) Migliorata la grafica della mappa in generale
8) Riscrittura del file della lotta, ora le mosse avvengono a turni, possibilità di cambiare pokemon durante la lotta, usare gli strumenti.
9) Miglioramenti grafici nella lotta
10) Possibilità di salvataggio migliorata
11) Aggiunta di un menu statistiche e un menu zaino
12) La vita dei pokemon e l’esperienza cambiano in maniera soft
13) Miglioramento nelle musiche
14) Possibilità di parlare con gli allenatori sconfitti e con i personaggi
15) Molti bugfix e altri piccole migliorerie….

Non mi resta che augurarvi buon divertimento!

Scarica da qui: https://sourceforge.net/projects/opok/files/Opok-0.4rc1.tar.bz2/download

La release pubblicata è in stato di rc, questo vuol dire che la versione è finita, ma mancano ancora piccoli ritocchi e sono presenti alcuni bug, se trovate qualcosa che non va scrivetelo sul forum o sulla pagina di facebook!

Arriva Ubuntu 11.10

Come ogni sei mesi è appena stata pubblicata la nuova release di Ubuntu, la 11.10, nome in codice Oneiric Ocelot (Leopardo sognatore). Tra le più grandi novità ci sono l’introduzione, attesa e temuta, del nuovo GNOME 3, che affiancato a Unity, stravolgerà il modo di pensare un desktop. Dalla precedente versione 10.04 rilasciata lo scorso aprile gli sviluppatori Canonical hanno investito molto tempo per perfezionare Unity, considerato da molti utenti ancora instabile e poco pratico. Adesso è più leggero e veloce, permettendo anche ai computer meno potenti un esecuzione fluida e accattivante.
Un’altra importante innovazione riguarda il passaggio alla versione del kernel Linux 3.0, che offre un miglior controllo sull’hardware, migliori prestazioni e compatibilità del precedente.
Insieme a queste sono state introdotte nuove importanti funzioni riguardo la gestione del cloud compiuting, l’introduzione di nuovi programmi (Thunderbird al posto di Evolution …) e altre modifiche. Un buon motivo per provare ad istallare Ubuntu per chi ancora non conoscesse il mondo Linux.
Ubuntu è facile da usare, facile da istallare e facile da configurare. Con questa nuova versione molto aggiornata si lascia alle spalle sia Mac che Windows.

Ulteriori aggiornamenti verranno dati quando avrò maggior tempo per provare questa distribuzione.

Scaricalo da qui, ora!!!!

Steve Jobs, Bill Gates, Linus Tolvards. Scontro tra giganti del software

Bill Gates vs Steve Jobs vs Linus Tolvards

Il miglior sistema operativo

Windows, Mac o GNU/Linux?

Oggi si è diffusa la notizia della morte di Steve Jobs, genio dell’informatica che ha più volte usato il suo grande spirito di iniziativa per offrire alla Apple, società di cui è stato il cofondatore, le idee geniali che hanno caratterizzati i suoi successi. Nonostante io non sia un fanatico del Mac o dell’iPhone, riconosco pienamente la grandezza di quest’uomo. Steve Jobs si è distinto come programmatore, manager e come uomo, una persona speciale, come lo ricorda Barack Obama:

«Steve è stato fra i più grandi innovatori americani – tanto coraggioso da pensare in maniera differente, forte abbastanza da credere di poter cambiare il mondo, e con un talento sufficiente da permetterglielo. Creando una delle compagnie mondiali più di successo dal suo garage, ha esemplificato lo spirito dell’ingegnosità americana. Creando personal computer e collegandoli a internet dalle nostre tasche, non solo ha permesso che la rivoluzione dell’informazione fosse accessibile, ma intuitiva e divertente. E mettendo il suo talento nel raccontar storie, ha portato gioia a milioni di bambini e adulti. Steve era solito dire che viveva ogni giorno come fosse l’ultimo. Proprio per questo, lui ha trasformato le nostre vite, ridefinito intere industrie, e raggiunto uno dei più rari obiettivi nella storia umana: ha cambiato il modo in cui tutti noi vediamo il mondo.»

Ebbene, è ora di confrontare il lavoro fatto da tre campioni dell’informatica, per uno scontro faccia a faccia all’ultimo software tra Windows, Macintosh e GNU/Linux, chi vincerà?

Windows è il sistema operativo attualmente più diffuso in ambiente desktop, istallato su circa l’85-90 % di macchine. Questa diffusione si traduce con l’enorme numero di software disponibile, con particolare risalto per quello che riguarda videogame e software aziendale. Le nuove versioni vengono rilasciate mediamente ogni due / tre anni, con scarsa regolarità.

Mac Os X è il sistema operativo di casa Apple e, a differenza di Windows, il quale può essere istallato su quasi tutti i computer più recenti, richiede un hardware specifico, i cui costi molto elevati spesso scoraggiano i nuovi utenti ad acquistarlo. Il sistema è famoso per essere piacevole da usare, intuitivo, e quasi esente da virus.

GNU/Linux è forse l’unico dei tre che ha davvero bisogno di essere presentato: nasce con la fusione di due progetti distinti, lo GNU (Gnu is Not Unix) sviluppato da Stallman a partire dagli anni ottanta come alternativa di Unix è un set di software libero, non protetti da copyright, e il kernel Linux, cuore del sistema operativo, creato nel 1991 da Linus Tolvards.

Linux è libero e “opensource”. È gratuito e altamente personalizzabile, suddiviso in centinaia di distribuzioni, ognuna delle quali è pensata per uno specifico compito.

Che lo scontro abbia inizio!

La piacevolezza e la produttività di un sistema operativo sono aspetti soggettivi, ma ci si può basare per questo test su alcune considerazioni assolute.

Velocità di accensione:

Questa misura varia da computer a computer e anche molto in base alle configurazioni dei vari sistemi operativi. Nel confronto Mac e Windows risulta leggermente più rapido Mac (testato con un Mac Book Pro e Acer Aspire 5732ZG), le specifiche dei computer sono simili. Il Mac riduce notevolmente i tempi di avvio se usato su un computer Mac Book Air.

I tempi di accensione di Gnu/Linux variano da distribuzione a distribuzione, Ubuntu, la più usata, vanta tempi molto veloci, grazie alle attenzioni degli sviluppatori.

Generalmente al momento dell’istallazione i tre sistemi operativi hanno più o meno gli stessi tempi di accensione, e le differenze sono nell’ordine dei secondi.

Windows rallenta terribilmente i tempi di accensione in seguito a un uso di qualche settimana, dovuta all’istallazione di molti programmi che si aprono all’avvio del S.O., in particolare le trial version che provano fastidiosamente a convincere l’utente a acquistare la licenza completa al momento dell’accensione. Mac e Linux hanno una migliore gestioni di questi programmi (chiamati demoni), vincendo in termini di velocità di accensione.

Ma gli utenti Linux possono ridurre ulteriormente i tempi di accensione usando interfacce grafiche leggere o renderli minori di 10 secondi se si sceglie di avviare il computer senza interfaccia grafica, opzioni impossibili da settare sia per Mac che per Windows.

Vincitore: Gnu/Linux

Secondo classificato. Mac Os X

Ultimo: Windows

Stabilità:

Più un sistema operativo è stabile, minori sono i crash.

Tutti i sistemi operativi hanno fatto passi da giganti negli ultimi anni, a cominciare da Windows, il quale ha investito molte risorse per migliorare questo aspetto del sistema operativo. Le famigerate “schermate blu” sono un ricordo di prima di Windows XP, Windows 7 è molto più stabile di Vista, nuove sorprese forse arriveranno con l’uscita ormai prossima di Windows 8. Mac ha sempre vantato un ottima stabilità, costringendo molto raramente l’utente ad un riavvio forzato.

Anche in questo caso GNU/Linux offre alcune distribuzioni altamente stabili, Debian e Slakware sono sicuro i sistemi operativi più stabili in assoluto. Tuttavia l’eccessiva difficoltà di uso per un utente normale le allontana dalla grande utenza.

Se si è abili con i computer Linux rimane la scelta migliore, ma per la normale utenza il vincitore è…

Vincitore: Mac Os X

Secondo classificato: GNU/Linux

Ultimo:Windows

Gioco:

Chi non ha mai usato un computer per giocare?

In questo campo Windows vanta una disponibilità di videogame sterminata. Grazie agli standard DirectX creati per facilitare lo sviluppo di videogame e la grande diffusione del sistema operativo, tutti i giochi commerciali sono disponibili per questo S.O.

Alcuni di questi giochi sono resi disponibili per Mac Os X e ancora di meno per GNU/Linux. Tuttavia Gnu/Linux può vantare l’alta disponibilità di videogame opensource, spesso di alto livello grazie all’adozione delle librerie grafiche OpenGL. La maggiore facilità di compilare codice sorgente su Linux lo rende un ambiente migliore per eseguire questi giochi che non Windows o Mac. Spesso però questi giochi, per via delle piccole comunità di sviluppatori che hanno alle spalle, non possono vantare un assetto grafico pari a quello degli ultimi giochi commerciali su Windows.

Esistono sia su Mac che su Linux modi per emulare i giochi di Windows, come macchine virtuali. Wine è un progetto con l’obbiettivo di rendere i binari Windows compatibili con i sistemi basati su Unix, compresi Linux e Mac Os.

Vincitore: Windows

Secondo a pari merito: Mac, GNU/Linux

Configurabilità e personalizzazione.

La piacevolezza di usare un sistema operativo dipende da quanto questo sia alla nostra misura.

I livelli di personalizzazione di Microsoft Windows sono scarsi, è possibile cambiare tema alle icone e alle finestre, usare Widget sul desktop e personalizzare la barra delle applicazioni aggiungendo e rimuovendo pulsanti, nascondendola o cambiando posizione. È possibile cambiare sfondo al desktop scegliendo anche sfondi che cambiano a rotazione per rendere più varia l’esperienza di usare il computer. Detto questo si ferma la configurazione, è impossibile eseguire alcune operazioni come rimuovere il browser web predefinito (internet explorer) o modificare profondamente l’interfaccia grafica, decisioni commerciali che pesano molto in termini di prestazioni, sicurezza e personalizzazione.

Macintosh vanta un interfaccia molto accattivante, ma il livello di personalizzazione, per chi volesse cambiarla, è scarsissimo.

GNU/Linux in questo, non ha rivali. È possibile scegliere ogni dettaglio del proprio sistema operativo, a partire dal desktop manager (KDE, GNOME, XFCE …). Ce ne sono per tutti i gusti. Quelli fatti per andare su hardware meno recente, come XFCE o LXDE, che sono semplici, stabili e molto veloci, quelli leggeri con effetti grafici mozzafiato, come Enlightenment, o quelli più pesanti, fatti per hardware più recente, ma che hanno raggiunto un livello di maturità ineguagliabile come KDE o GNOME. Enlightenment è in grado di far usare a tutti gli utenti dotati di hardware datato la bellissima barra delle applicazioni Mac, mantenendo la fluidità del Mac, ma con hardware molto più vecchio. Si possono avere sfondi animati, KDE con il nuovo plasma Desktop consente di usare contemporaneamente più cartelle come desktop offrendo un rapido accesso ai nostri file aumentando la produttività.

Per gli effetti grafici Linux può far uso a differenza di Windows e Mac, di Compiz fusion, che integrato alle OpenGL offre effetti eccezionali, come le finestre tremolanti, che esplodono quando vengono chiuse, che diventano trasparenti quando non sono attive…

Alcune distribuzioni, come Arch Linux, fanno un’istallazione minimale del sistema, in cui istallano solo lo stretto necessario per far partire il computer, lasciando all’utente la scelta totale sul software. Linux consente agli utenti più esperti di agire inoltre, direttamente sui file di configurazione del sistema, rendendo possibili azioni inimmaginabili sia su Windows che su Mac

Vincitore: GNU/Linux

Secondo classificato: Windows

Ultimo: Mac OS X

Sicurezza

La sicurezza è un argomento molto importante oggigiorno, in cui il rischio del grande fratello e di essere controllati è sempre più vicina…

Virus e cavalli di troia lottano per prendere possesso del nostro PC, rubarci i dati, mandarci spam o peggio usarci come computer zombi attraverso i quali commettere azioni criminali.

Windows ha fatto passi enormi in termini di sicurezza introducendo da Windows Vista una separazione tra l’utente normale e l’utente amministratore. Prima qualunque programma poteva fingersi l’utente amministratore e permettere connessioni in entrata (backdoors) o istallare software malevolo danneggiando irrimediabilmente il computer.

Se si ha un computer Windows si deve avere un antivirus, un firewall e un antispywere istallati sulla propria macchina, si deve intervenire magari sostituendo Internet Explorer con un altro Browser web come Firefox o Chrome, si deve aggiornare quotidianamente il sistema per avere un livello di sicurezza soddisfacente, ma mai impenetrabile.

Mac è certamente più sicuro di Windows sia perché quasi tutti i virus sono sviluppati per girare solo su Windows, sia perché Mac vanta una maggiore stabilità rispetto a Microsoft. Tuttavia neanche Mac è esente da malware, specialmente negli ultimi anni il numero di virus è aumentato notevolmente rendendo conveniente istallare anche su Mac un antivirus.

Linux è quasi totalmente esente da virus, l’istallazione di nuovo software è protetta da una password di amministrazione, e il potente sistema di aggiornamento che aggiorna tutto il software istallato sul computer rende quasi impossibile a qualunque programma malevolo di compiere azioni realmente pericolose, sia per la privacy che per l’integrità del sistema. Comunque, per essere più sicuri, si può istallare un antivirus gratuito.

La sicurezza di GNU/Linux l’ha reso la scelta più diffusa in ambiente server, dove raggiunge il 50-80% della diffusione (è difficile fare una stima più precisa).

Vincitore: GNU/Linux

Secondo classificato: Mac Os X

Ultimo: Windows

Conclusioni.

Determinare in assoluto quale sia il miglior sistema operativo è impossibile. Senza contare che abbiamo tralasciato tutta una serie di sistemi operativi meno diffusi come i BSD, Solaris … che meriterebbero una posizione molto più rilevante.

Comunque alcune considerazioni possono essere fatte:

Se siete patiti dei videogame tanto che avete deciso di comprare il nuovo computer sono e unicamente per istallarci tutta la vostra collezione, tanto da consumare tutto il disco fisso immediatamente, beh, c’è poco da fare, la scelta migliore è Windows.

Per tutti gli altri c’è Linux, un sistema che offre tutto quello che offrono Windows e Mac (e anche più), ma è gratuito e libero, e altamente personalizzabile.

Probabilmente per molti utenti ancora legati al software che deve essere usato per lavoro, o qualche gioco disponibile solo si Windows, la migliore scelta è un sistema dual-boot, da cui si può avviare si Linux che Windows (la scelta più comune).

Machintosh è un caso complesso, in pratica non da nulla che non sia dato da Linux, gode però di una diffusione maggiore, e un prezzo molto più alto, principalmente per la grande flessibilità dei suoi prodotti hardware, che sono sempre molto all’avanguardia e godono di un ottima integrazione con il software. Inoltre Machintosh è dotato di un ottimo supporto multimediale, che ha reso la Apple inc vincente nella diffusione di supporti multimediali quale iPod.